Vai sul sito di Limes vedere tutte le mappe realizzate

segui Limes su

Search

Utopia, l’isola che non c’è
  -    -  Utopia, l’isola che non c’è

Utopia, l'isola che non c'è

Utopia è il nome di un isola che rappresenta un sogno, una meta alla quale aspirare interiormente lungo il cammino della vita reale. L’isola di Utopia è organizzata razionalmente, è a forma di ferro di cavallo, ha una grande baia facilmente controllabile da terra. È il nostro porto sicuro.

Titolo: Utopia, l’isola che non c’è
Anno: 2016
Stampa su alluminio graffiato
cm 90×90

Per questo lavoro ho preso spunto dall’opera di Thomas More, Utopìa, del 1516. Il disegno corrisponde alla descrizione che lui stesso ne fa. La bellezza della descrizione, che si trova nel secondo libro, è quella di uno Stato ottimale dove, il filo conduttore, è la natura buona dell’umanità. In Utopia si respira fiducia nella ragione umana, c’è aria di libertà e solidarietà.

Nella mia interpretazione ho aggiunto un mondo, con una proiezione dall’Artico, si trova nella baia di Utopia.

Volevo un’isola felice connessa e contagiosa per tutto il globo.

L’Isola che non c’è è stata parte di un percorso narrativo e visuale che ho realizzato nel 2016 per la mostra “Utopia delle utopie” a Matera, un viaggio in cinque disegni dedicato al sogno utopico. Ma come sempre succede nella mia quotidianità, immaginario e reale scavalcano i confini, si toccano e si espandono raccontando diverse versioni della stessa storia, o tante storie che partono dal medesimo fulcro. E così su Limes, la mia isola traccia altri segni attraverso le parole di  Lucio Caracciolo

 

L’ideologia del mondo globale è la nostra utopia compensativa. L’elisir che ci salva dalla pressione di una crisi che temiamo indomabile perché indecifrabile. Come il bambino si aggrappa all’orsacchiotto di pezza, riserva di consuetudine alla frontiera dell’ignoto, così noi amiamo rifugiarci nel terapeutico sofisma globalista che ci protegge dalla tempesta, troppo potente e misteriosa per guardarci dentro.

Disegniamo dunque a nostra consolazione l’universo reticolare perfetto. Utopia compiuta. In senso stretto: nella sfera del non-luogo tutti i luoghi sono uguali. Non c’è spazio. Nemmeno tempo, se non quello reale, implacabile riduttore della complessità, cifra informatica della finanza senza limiti. Qui, nel regno di utopia/ucronia, non si dà topografia né cronologia, non storia né geografia, non passato né futuro. Liquidato lo spaziotempo, ci siamo finalmente sbarazzati dei fatti. Espulsa la realtà, vige il reality. Abbiamo licenziato il mondo battezzandolo mondiale.

Lucio Caracciolo, Le utopie siamo noi, Limes 2013

 

Category:
Date: