Questa è la storia di un fanciulla di nome Tana, che viveva al centro di un mare d’acqua nell’altopiano etiopico. Da lassù vedeva i colori e la bellezza della sua terra, e quando il suo cuore colmo di commozione faceva sgorgare lacrime di gioia, rendeva fertili i terreni attorno a sé, e dagli alberi germogliavano frutti maturi. Tana era felice, ma un sogno più grande di lei tornava a farle visita nella calde notti: poter riabbracciare la sorella Vittoria, prenderla per mano e correre insieme a perdifiato fino al mare. Vittoria viveva poco più a sud e come lei il suo destino era prendersi cura delle natura e della genti, che con gratitudine le rivolgevano le loro preghiere. Un giorno, da una piccola isola in mezzo al lago dove viveva Tana, giunse un piccolo monaco vestito di pochi stracci, che usava un lungo bastone per aiutarsi nel cammino ma il cui sguardo aveva la vitalità di un bimbo e la forza di un’aquila. “Giovane Tana, sono qui per realizzare il tuo desiderio” le disse “tu fai molto per noi, ed è giusto che torniamo indietro parte dell”amore che ci offri“. Gli occhi di Tana iniziarono a brillare, mentre il piccolo uomo continuò “ora respira, alza le tue braccia e immagina di poterle allungare fino a toccare con la punta delle dita quelle di Vittoria. Non pensare ai confini dei Paesi che devi attraversare, concentrati sui battiti del tuo cuore”. Tana obbedì, e sentì crescere in lei un forza vitale e un flusso di energia che si propagò come un fulmine nella terra, tracciando solchi e creando passaggi. Ciò che Tana non sapeva era che in quello stesso momento anche Vittoria aveva ricevuto il medesimo dono, tanto potente da permetterle di unirsi a quello della sorella, dalle parti di Khartoum.
Da allora le due sorelle possono correre unite verso il mare, seguendo la stagione delle piogge e delle secche, cavalcando in un fiume di gioia lunghi i solchi costruiti dall’amore.
Chi non perdona gli altri distrugge il ponte nel punto in cui anche lui deve passare.
Proverbio etiope
Dicembre 16, 2020