Per questa copertina ho scelto dei colori caldi, gli stessi che mi fanno pensare al cervello umano e alle sue connessione, un lavoro continuo che porta alle profondità del nostro essere. Così il cervello e le sue linee embrionali sono messe al centro di un mondo che sfuma intorno, e piccole sfere tridimensionali riecheggiano la presenza di altri cervelli vivi e pulsanti.
Nasciamo con la capacità di astrazione, che pensiero affascinante. Possiamo concepire il concetto di universo, del cielo e dell’infinito fin dal nascita, anche se ancora non lo sappiamo spiegare a parole. Eppure la potenza delle immagini basta a rendere vero un pensiero così trascendente, come fece Michelangelo nella Cappella Sistina ne “La creazione di Adamo”: il mantello che racchiude Dio e gli angeli ha la forma di un cervello, come se l’autore avesse voluto omaggiare l’organo più importante dell’umanità.
L’intelligenza no, non è artificiale. Per la sua stessa ragione d’essere dipende e deriva da quella umana.
Siamo già nell’èra delle “macchine che apprendono” (il cosiddetto machine learning) ma l’algoritmo non è ancora in grado di sostituire definitivamente l’uomo nei processi decisionali. Del resto, ciò non è neanche nell’interesse di grandi attori quali Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese e Russia quando si tratta di tracciare la propria traiettoria strategica. Questi semmai considerano l’Ai quale moltiplicatore delle proprie capacità, giacché può essere usata per rendere più efficiente l’economia, monitorare le rispettive società, conoscerne e indirizzarne le abitudini, migliorare le proprie capacità militari.
Dalla presentazione del numero “L’intelligenza non è artificiale”