
Amare non sempre è conoscere, l’opera inedita della mia mostra a Montemarcello
Un borgo nella costa ligure, una galleria d’arte dal nome evocativo “La stanza del vento”, un paesaggio frequentato e amato da grandi scrittori, tra i quali il poeta Vittorio Sereni che ha ispirato la geopoesia inedita realizzata per l’occasione: queste sono le coordinate della mostra “GEOPOESIE” che inaugura il 15 luglio a Montemarcello, nel comune di Ameglia.
La mostra “GEOPOESIE” di Laura Canali a Montemarcello è visitabile nella galleria d’arte “La stanza del vento” nel Comune di Ameglia a partire dal 15 luglio e fino al 27 agosto, dal martedì alla domenica (18.00-21.30)
Testo di Laura Canali per l’opera inedita “Amare non sempre è conoscere”, scritto per il catalogo della mostra GEOPOESIE
Un riflesso, un riverbero, un lampo di luce bianca, queste sono le suggestioni che la vista delle cave di marmo delle Alpi Apuane mi ha donato, ma è una descrizione riduttiva. Si perché questo riverbero non è solo un effetto visivo, ti rimane dentro, come se volesse legarsi al bagliore dell’animo umano. Il lampo di luce bianca lo senti anche quando giri le spalle alle cave. Tu non le vedi più ma quel bagliore rimbalza davanti e illumina tutto, diventa guida di un’area geografica spigolosa, fatta di scogli neri, isole e promontori ripidi. Tutto è appuntito, tutto è dominante ma è il “bianco” che detta legge in questi luoghi, come una divinità.
Le pietre nere portano in alto il piccolo paese di Montemarcello, fino a 268 metri, ma sembrano volersi nascondere tra la verdissima vegetazione che cresce in ogni piccolo spazio disponibile.
Una volta in cima al promontorio del Caprione la costa scende in verticale nel mare e sporgendosi dritto per dritto c’è Punta Bianca. Questi massi sono come dimenticati nel mare dopo che i movimenti della crosta terrestre avevano spinto il calcare sottomarino sempre più in alto sottoponendolo a pressioni apocalittiche.
Queste spinte hanno modificato la struttura cristallina del calcare che si era andato accorpando sotto il mare, facendo emergere le Alpi Apuane. Questa forte pressione terrestre, inimmaginabile per noi umani, rese addirittura “plastica” la piattaforma carbonatica formatasi nel mare che si ripiegò molte volte su se stessa.
Le forze telluriche trasformarono il calcare in marmo, il marmo di Carrara, il bianco degli dei. Punta Bianca è il simbolo di questa nascita dal mare, una nascita geologica, dirompente, una dea che sorge. Alle sue spalle il promontorio risulta essere di natura carsica quindi con spaccature e rientranze naturali, misterioso.
“Se allora mi avessero domandato
che forma ha il mondo, avrei detto
che è in pendenza, con dislivelli irregolari,
con sporgenze e rientranze,
per cui mi trovo sempre in qualche modo su un balcone,
affacciato a una balaustra, e vedo ciò che il mondo
contiene disporsi alla destra e alla sinistra a diverse distanze,
su altri balconi o palchi di teatro soprastanti o sottostanti,
d’un teatro il cui proscenio s’apre sul vuoto,
sulla striscia di mare alta contro il cielo attraversato dai venti e dalle nuvole.”
(Italo Calvino)
La posizione eccezionale di Punta Bianca la rese strategica dal punto di vista militare. Già dalla prima guerra mondiale, cioè tra il 1915 e il 1923, la Marina Militare italiana costruì una batteria, nominata “Dante De Lutti” formata da due cannoni antinave e un pezzo illuminante da 120/40. Questo armamentario fu potenziato durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi per fronteggiare un possibile attacco dal Tirreno.
Non avvenne mai un attacco dal mare ma la Batteria Dante De Lutti divenne un baluardo della Linea Gotica. Furono proprio i cannoni di Punta Bianca a sparare contro Massa quando gli Alleati entrarono in città.
A causa di questo Montemarcello fu duramente bombardata da un attacco aereo e da un cacciatorpediniere britannico che era in mare. Espugnare definitivamente gli armamenti di Punta Bianca non fu semplice per gli Alleati. Rimase l’ultimo punto della Linea Gotica a tenere. C’è un sentiero che scende dal paese verso Punta Bianca e c’è una lapide in ricordo di 15 soldati americani giustiziati sommariamente da soldati tedeschi.
La Linea Gotica non è stata solo un fronte di guerra e un confine ma anche una linea mentale e una sintesi stessa della seconda guerra mondiale. Un luogo d’incontro e di feroce scontro.
Una linea lungo la quale hanno combattuto militari latino-americani, asiatici, africani e australiani oltre agli altri meno insoliti come tedeschi, italiani e britannici.
Montemarcello è diventato un posto di vacanza dopo la seconda grande guerra.
L’orizzonte spazia libero tra sporgenze e isole e sembra che le linee tra terra e cielo si susseguano su piani differenti innalzando sempre più le case di Montemarcello.
I colori del tramonto lasciano sospeso come in un sogno, il mare.
“ Un giorno a più livelli, d’alta marea
– o nella sola sfera del celeste.
Un giorno concavo che è prima di esistere sul rovescio dell’estate la chiave dell’estate.
Di sole spoglie estive ma trionfali.
Così scompaiono giorno e chiave
nel fiotto come di fosforo
della cosa che sprofonda in mare.”
(Vittorio Sereni, Un posto di vacanza)
Amare non sempre è conoscere
“Mai così fitto mai
così fittamente deliberante
appena fuori dalla foce
in tondo il crocchio dei gabbiani.
Uno si stacca a volo, tuffandosi
pesca un alcunché, torna al conciliabolo.”
“Sei già mare d’inverno: estraniato, come chiuso in sé.”
“Amare non sempre è conoscere («non sempre giovinezza è verità»),
lo si impara sul tardi.”
(Vittorio Sereni)
Esistono i luoghi magici, li senti, emanano qualcosa. Luoghi senza tempo o che possono appartenere a tutti i tempi.
Li ami appena ci getti sopra lo sguardo e non sai perché. Ma sai per certo che appartieni a quel luogo. Pensieri che incontrano pensieri, sono le geografie del mondo che si intrecciano con le geografie interiori.