
Mazzini e Foscolo, tra Dante e il Risorgimento. Tre mappe inedite.
Tre mappe, tre vite, tre storie. Il mio lavoro per la Fondazione Marco Besso, in occasione della mostra “Dante, Foscolo e Mazzini. Un progetto per l’Italia futura in un libro clandestino”
Queste tre mappe nascono dalla storia, una storia fatta di connessioni e ritorni, la cui trama intreccia i fili della vita di Dante Alighieri, Ugo Foscolo e Giuseppe Mazzini, per raccontare se stessa nella sale della biblioteca di Marco Besso, che ai tre tanto era vicino per ideali e passioni quando decise di istituire la Fondazione che ora quella Biblioteca ospita.
Per farvi entrare in questa narrazione partirò da una definizione:
“Si è compreso nel concetto di esilio l’abbandono volontario della patria, conseguenza della necessità, anche solo opinata, di sottrarsi a persecuzioni o violenze politiche o civili; l’esilio assume allora la denominazione di “volontario” e non è l’equivalente di una pena.” Enciclopedia Treccani.
Che grande personaggio del passato vi viene mente pesando al termine “esilio”? Dante, certo. Un errare tra le diverse signori lungo vent’anni, che allontanato dalla “sua” Firenze visse nella convinzione che l’impegno civile è una condizione necessario per essere parte di una società, e lotta per la libertà dovrei di ogni uomo.
Forse vi viene meno immediato ricordare che in esilio visse anche Giuseppe Mazzini, trenta lunghi anni trascorsi a Londra (siamo nel 1837), durante i quali continuò a lavorare instancabilmente per la causa risorgimentale e per la realizzazione dell’unità e dell’indipendenza italiana. Durante quel periodo ritrovò in una libreria note e appunti sulla Divina Commedia a mano di Ugo Foscolo, a sua volta esule a Londra dal 1816. Decise così di riunirli in un volume che fu pubblicato nel 1842.
A giugno questa storia ha ripreso vita nelle Sala della Biblioteca della Fondazione Marco Besso, per la mostra documentaria “Dante, Foscolo, Mazzini. Un progetto per l’Italia futura in un libro clandestino” che espone le carte foscoliane dell’incompleta edizione dantesca recuperate da Mazzini, alle cui parole vi lascio per il commento:
«Lo stato d’Europa, dopo il 1815, e segnatamente d’Italia dopo le fallite cospirazioni del carbonarismo, lo persuase (ndr Ugo Foscolo) che null’altra opera gli avanzava promettitrice di rinnovamento spirituale degli Italiani che di risuscitare l’Allighieri, di rivelarlo in tutta la maestà della sua grandezza, d’additarlo loro archetipo non solo come poeta e filosofo, ma come uomo e cittadino»
Alla Gioventù Italiana. Lettera di Giuseppe Mazzini
Coerenza tra pensiero ed azione, un aspetto della dedizione ai propri ideali che accomuna i grandi uomini.
Sono onorata di aver realizzato per l’evento queste mappe, che conoscendo il racconto forse ora vi saranno più chiare.
Certo, sappiamo poi che Dante, nell’impugnare l’arma della cultura per difendere i propri ideali, ebbe modo di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in un continuum tra letteratura e vita, incontri i immaginazioni. Ma questa è un’altra storia.
Parei anche raccontarvi che nel quartiere in cui viveva, che sarebbe poi diventato “Little Italy”, Giuseppe Mazzini trovò il tempo anche di fondare una scuola per gli esuli italiani a Londra, che ebbe anche il patrocinio di Charles Dickens. Ma anche questa è un’altra storia.