Vai sul sito di Limes vedere tutte le mappe realizzate

segui Limes su

Search

Laura Canali
  -  Dialoghi   -  Pane e geografia, la mia conversazione con Bruno Cianci del mensile HUB
Laura Canali HUB

Pane e geografia, la mia conversazione con Bruno Cianci del mensile HUB

HUB è il mensile del Corriere del Ticino dedicato agli stili di vita del XXI secolo. E il fatto che la geopolitica come “stile di vita” sia diventata la copertina del numero  di dicembre 2022 non può che rendermi orgogliosa

Di seguito per comodità è riportato il testo dell’intervista, se vi va di conoscermi un po’ di più ed entrare in punta di piedi nella geopolitica, come faccio io.

 

«La geografia è una scienza; io, invece, ho la sensazione di nuotarci dentro come fosse acqua di mare». Sono parole di Laura Canali, grafica e cartografa romana che nel corso dell’ultimo decennio, dopo avere  realizzato 5000 mappe per la nota testata di geopolitica Limes, ha deciso di ritagliarsi uno spazio come artista, creando opere d’ispirazione cartografica. Oggi abbina il lavoro quotidiano nel medesimo mensile, diretto dal marito Lucio Caracciolo, alla realizzazione di opere che fondono le sue più grandi passioni: geografia e poesia. Da questo connubio è nato il termine «geopoesia» che sintetizza appunto le sue opere. 

La sua ultima personale, intitolata “Pietre e miraggi” (Fondazione Marco Besso, Roma), tratta esattamente di questo: «Il mondo in cui viviamo – ha detto Laura – è un amalgama di pietre e miraggi, due parole che sono un po’ l’anima dei miei lavori che contemplano una parte di realtà e una parte più visionaria. Le pietre sono la concretezza di ciò che è palpabile; i miraggi rappresentano la capacità umana dei voli pindarici e i sentimenti. La geopoesia nasce dalla geopolitica: la prima non esisterebbe senza la seconda perché è il campo dove posso riversare i sentimenti che nascono mentre lavoro».

Il risultato è un mélange, a metà tra ermetismo e surrealismo, che si concreta in stampe digitali su alluminio graffiato, in tele di juta ricamate e in altre opere realizzate con tecniche digitali dietro cui si celano profondità, sensibilità, il tutto condito da una forte carica di mistero. Tra gli ispiratori di Laura Canali vanno segnalati alcuni poeti. 

Paul Celan, ebreo romeno scampato alla shoah, ha avuto un ruolo cruciale non solo per le sue composizioni letterarie, ma anche per avere definito «luoghi di poesia» i meridiani, gli archi di cerchio che, unendo i poli, contribuiscono alla mappatura del mondo. A lui Laura ha dedicato Ombre di Czernowitz, dal toponimo della città natale. Giuseppe Ungaretti, precursore dell’ermetismo e nativo di Alessandria d’Egitto, ha ispirato una serie di opere che hanno per protagoniste le acque del Nilo e il suo inconfondibile delta. Chi ha familiarità con i quadri dell’artista, del resto, si sarà accorto che l’acqua e le correnti sono un vero e proprio leit motif. C’è poi Andrea Zanzotto che ha il merito di avere portato Laura a creare opere legate all’arco l’alpino, con le sue faglie che sprigionano un’energia poderosa e i suoi mille strati geologici, allegoria degli strati della coscienza umana. Così come sono stratificate le poesie di Zanzotto, così lo sono le opere di Laura. «Quando sto davanti al monitor – ha detto -, lavoro su più livelli. Per realizzare una geopoesia parto da un’immagine che mi trasmette qualcosa di profondo, dopodiché lavoro di fantasia e sovrappongo altri strati». I filtri dell’artista, frutto della sua psicologia e del suo vissuto, fanno il resto. Il corpo umano e le sue affinità con la natura sono un altro tema ricorrente: nel sistema nervoso di un corpo, per esempio, Laura vede un albero scosso dal vento; le vene che irrorano il cervello, invece, sono per lei fiumi e affluenti. Un caso significativo è rappresentato dall’opera Sulla scia della tenerezza, per la quale l’artista ha preso spunto da una “mappa dei sentimenti” francese del 17° secolo nota come “Carte de Tendre”: «Il disegno – sostiene lei – riproduce il torace di un uomo, con il fiume centrale a guisa di spina dorsale ». 

Il risultato è di grande delicatezza e si è guadagnato la copertina di un numero di Limes intitolato “Il fattore umano”. La testata, che ha sede a Roma, ha recentemente dato vita anche a una scuola di geopolitica nella quale insegna la stessa Laura Canali. Le sue docenze non sono sfuggite al Liceo cantonale di Lugano 2 che ha così deciso di invitarla, a fine gennaio, per tenere una lezione nell’ambito di un ciclo di conferenze sul Mediterraneo. «Quando mi hanno contattata – ha detto la cartografa – sono rimasta sorpresa, ma non tanto per l’iniziativa in sé, quanto per il focus della lezione richiesta, che verterà sullo Stretto di Sicilia e sull’immigrazione. Per ragioni mie pensavo si trattasse di temi di esclusiva competenza italiana o comunitaria e invece, a quanto pare, anche in Svizzera si parla di clandestini e di traffici umani». Non sarà la prima volta in Svizzera per la donna che, da mediterranea e romana verace qual è, confessa di trovarsi un po’ spiazzata quando si allontana dal suo habitat: «La Svizzera è un posto così diverso dall’Italia – ha detto – ; alcuni anni fa dedicammo alla Confederazione un quaderno di Limes che, per ovvie ragioni di cronaca e di completezza, trattava temi scomodi come il razzismo verso la minoranza italofona, il riciclaggio, il segreto bancario e altre questioni associate all’immaginario collettivo. Ciò detto, quando mi dicono Svizzera penso per prima cosa all’orogenesi delle Alpi, alla sua natura quasi incontaminata e ai suoi laghi. Un ricordo molto vivo in me è quello legato ai bagnanti che vidi una volta lungo le rive dell’Aar, a Berna…». La consueta passione per l’acqua, stavolta quella dolce e lacustre di Lugano, aiuterà Laura a mitigare la nostalgia di Roma. E magari, chissà, potrà ispirarle anche una nuova geopoesia. 

Leave a Comment